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Mercoledì, 5 Febbraio 2003

Taiedo in lutto: «Sognavamo con lui»
A dicembre la gara di solidarietà per curare Gabriele negli Stati Uniti: raccolti 35mila euro
Chions

Le brutte notizie corrono in fretta e già nelle prime ore di ieri mattina molte persone, non solo a Taiedo, sapevano della scomparsa di Gabriele Botosso. Il trentaduenne, che lascia la moglie Stefania, il figlio Samuel di 14 mesi, due fratelli, una sorella e diversi parenti a San Donà di Piave, si è reso protagonista di una storia unica. Gli 800 abitanti del paese, e molti altri della zona, avevano voluto dargli una mano per combattere sino in fondo la sua battaglia per la vita.

Il cancro si era manifestato meno di 15 mesi fa. Una diagnosi terribile, poiché la malattia aveva colpito anche fegato e polmoni. All'ospedale di Pordenone si erano adoperati con tutti i mezzi per farlo guarire. La chemio aveva fermato le cellule maligne nei polmoni, ma il fegato continuava a non reagire alle cure. In ospedale Gabriele aveva conosciuto tre giovani infermiere, che dopo le dimissioni, si erano volontariamente rese disponibili per le cure a domicilio. Sono stati i suoi tre "angeli": con la loro presenza lo hanno risollevato e spinto a trovare in se stesso la fiducia per guarire.

Poi aveva scoperto che in America si stanno sperimentando terapie innovative, che offrono buoni risultati in certi tipi di tumore. Il contatto telefonico con i medici della Staten Island di New York lo aveva convinto a intraprendere un viaggio della speranza, per sottoporsi alla radiochirurgia. Così era partito da Taiedo il 9 dicembre. A New York lo aveva aiutato anche la Famee Furlane, grazie al presidente Marcello Filippi. A Natale, Gabriele e suo zio erano stati ospiti di una donna originaria di San Daniele del Friuli, che vive negli States da oltre mezzo secolo. Durante la sua permanenza in America era partita una gara di solidarietà orchestrata dai suoi più cari amici, dagli abitanti di Taiedo, dalla parrocchia, da tanta gente di Chions (ma anche di altri paesi) e dall'azienda Fantin di Bannia. Ieri, poco dopo le 4, è morto all'ospedale di Pordenone. Gli effetti di un'embolia polmonare gli hanno causato il blocco delle funzioni vitali.

Lascia una grande eredità morale: aver reso pubblica la sua malattia al solo scopo di aiutare gli altri. Domani alle 15, nel salone parrocchiale di Taiedo, il rito funebre di congedo.

Rosella Liut


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